Bialetti, storia e nascita di una icona del caffè italiano

 

Lo sanno tutti: per noi italiani fare il caffè non è un gesto… È un rituale!

Un momento di puro piacere e relax, per molti dalla forma ottagonale: la moka Bialetti infatti ogni mattina, è un appuntamento fisso di molte cucine. La moka invita le persone a sedersi e a rilassarsi, in attesa di un sorso della bevanda più amata.

Il marchio Bialetti

Bialetti e i suoi prodotti è diventato un simbolo del caffè italiano. Non solo per la caratteristica forma del loro prodotto di punta, ma per ciò che rappresenta…

Bialetti è un marchio a conduzione familiare, sempre fedele alle sue radici e alla sua storia, che tiene comunque un occhio puntato alla tecnologia e persino alla moda. In un mondo di macchine da caffè fantasiose con svariate caratteristiche, Bialetti rimane “IL” nome della produzione di caffè italiana. Non a caso, praticamente ogni famiglia italiana possiede una moka Bialetti.

Entriamo nel mondo Bialetti!

Nel lontano 1933, Alfonso Bialetti osservava la moglie fare il bucato.

All’epoca per lavare i panni si adoperava la “lisciveuse“, un grande calderone con un tubo d’acciaio al centro, nel quale veniva posto il bucato e riscaldato dal basso. Quando l’acqua all’interno bolliva, saliva attraverso la vasca, questa procedura affascinante, ispirò Alfonso Bialetti a tal punto che vide che poteva essere facilmente applicata ad un’altra attività essenziale nella cucina italiana: fare il caffè.

Nasce così la prima Moka! La Moka prende il nome dalla città di Mocha nello Yemen, che era un importante esportatore di caffè in Europa. Si dice che la sua forma ottagonale sia stata ispirata dalle gonne che avevano le donne negli anni ’30, molto svolazzanti e vistose.

Fare il caffè con una Moka diventò semplice e veloce, migliorando pure il gusto di quello offerto all’epoca dalla tradizionale caffettiera napoletana. La napoletana, proprio come altre macchine da caffè del XIX e inizio XX secolo, funzionava più come una macchina da tè, lasciando scorrere l’acqua lentamente e delicatamente attraverso il caffè.

La Moka Bialetti diventò presto innovativa anche per altri motivi, soprattutto per il suo materiale: l’alluminio.

L’Omino coi Baffi Bialetti

Renato Bialetti, il figlio di Alfonso, era un imprenditore nato e fin da subito ha visto il potenziale dell’invenzione di suo padre. Tornato da una lunga prigionia durante la guerra, nel 1946 Renato rileva l’azienda e porta la produzione a livello industriale applicandoci il potere del marketing.

Con l’aiuto dell’artista Paul Campani quindi, Bialetti ha lanciato il famoso “Omino coi Baffi”, iniziando ad attirare nuovi clienti attraverso la pubblicità.

Il personaggio è diventato anche un cartone animato grazie ad uno dei primi spettacoli tv dell’epoca: il Carosello. Lo Show televisivo è stato la piattaforma perfetta per l’Omino coi Baffi e la Moka, ben presto l’omino divenne un’icona e così anche la macchina per caffè Bialetti.

Verso il futuro del caffè

L’azienda ha conquistato il mercato internazionale ed ha ampliato notevolmente la tipologia e il numero dei suoi prodotti, pur mantenendo sempre la tipica forma ottagonale delle sue macchine per caffè macinato: il modello Dama è caratterizzato da una silhouette più elegante, Brikka è stata ideata per realizzare un caffè più cremoso, simile a quello che potresti prendere “al bar”, Mukka Express, disegnato da Alfonso Giannoni, può anche fare il cappuccino ed è decorato con un motivo a mucca.

E per quanto riguarda le macchine da caffè automatiche?

Sì, anche Bialetti è entrato nel regno delle macchine da caffè automatiche. Lo ha fatto nel 2006 con la sua Mokona, una macchina da caffè a forma di Moka Express, fino ad oggi con la sua macchina da caffè Bialetti Smart: la più intelligente e pratica tra le macchinette per caffè espresso.

Macchina Caffè Bialetti Smart

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