Alcune curiosità sul pandoro che non conoscevi

Alcune curiosità sul pandoro che non conoscevi, Saida Gusto Espresso

Storie inedite e fatti curiosi sul famoso dolce veronese

Tutti lo mangiamo, e ce lo ritroviamo davanti agli occhi di continuo quando andiamo a far la spesa nel periodo di Natale e Capodanno; tuttavia sono pochi a conoscere le curiosità più incredibili sul pandoro, il celebre dessert nato a Verona nell’ormai lontano 1884.

La pasta soffice dal colore dorato, i rilievi a forma di stella a otto punte spesso ricoperti da un delizioso zucchero a velo, e un inconfondibile profumo di vaniglia: il pandoro è uno dei dolci che più allieta e rappresenta le festività natalizie, a tal punto che spesso è preferito al panettone.

Vediamo quali sono i fatti più curiosi e le vicende più interessanti legate al pandoro.

1. Il pandoro nell’antica Roma

Le prime tracce del pandoro risalgono addirittura al I secolo D.C., ai tempi dell’antica Roma, quando in uno dei suoi scritti Plinio il Vecchio cita un dolce preparato con fiori di farina, burro e olio, denominato “panis”.

2. Luogo e data di origine del pandoro

Quando abbiamo parlato della sua storia, abbiamo visto che il pandoro è nato ufficialmente a Verona nell’ottobre del 1894, quando il pasticcere Domenico Melegatti depositò il brevetto per un dolce lievitato a forma di stella a otto punte al Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia.

3. Il nome del pandoro

Anche il nome del pandoro ha un’origine veneta: pare infatti che derivi dall’espressione “pan de oro”, dovuta ad un’abitudine del XVI secolo nella Repubblica di Venezia di impreziosire pane e dolci con delle foglie d’oro.
Esiste tuttavia un’altra leggenda secondo cui il nome provenga dall’esclamazione di un garzone della pasticceria di Melegatti il quale, vedendo il dolce appena sfornato per la prima volta esclamò “l’è proprio un pan de oro!”.

Alcune curiosità sul pandoro che non conoscevi, Saida Gusto Espresso

4. La forma del pandoro

Lo stampo del pandoro dall’iconica forma dalle otto punte fu realizzato dal pittore veronese Angelo Dall’Oca Bianca. L’artista ricevette il compito di ideare la forma del pandoro dallo stesso Melegatti, così decise di realizzare una sorta di piramide tronca con sezione a otto punte.

5. La sfida delle 1000 lire

Il pandoro ebbe immediatamente un successo straordinario e non passò molto prima che iniziassero i primi tentativi di imitazione. Fu lo stesso inventore del pandoro, Domenico Melegatti, che lanciò la “Sfide delle 1000 lire”, promettendo tale cifra a chiunque fosse riuscito a replicare fedelmente la ricetta originale.
1000 lire erano una somma enorme per l’epoca e in molti tentarono di vincerle, ma nessuno riuscì nell’intento.

6. Pandoro e bon ton

Come per il panettone, anche il pandoro va mangiato con le mani secondo il galateo, a meno che non sia accompagnato da creme che fanno sì che vada gustato con forchetta e cucchiaino.
Sembra che questa usanza sia legata a motivi religiosi: molti dolci natalizi rappresentano infatti una sorta di “pane di vita” e non andrebbero toccati col metallo delle posate.

Alcune curiosità sul pandoro che non conoscevi, Saida Gusto Espresso

7. Il segreto per gustare al meglio il pandoro

Pare che per assaporare meglio il pandoro questo vada tenuto per circa mezz’ora vicino ad una fonte di calore non troppo intensa, ad esempio sopra un termosifone. Questo farebbe sì che vengano rilasciate le sostanze volatili del pandoro ed esaltati gli aromi.
Un altro segreto è quello di spolverare lo zucchero a velo qualche ora prima di servirlo, in modo che il pandoro ne assorba meglio profumo e gusto.

8. Una polemica parlamentare

Nel dicembre 2018 l’allora Ministro della Salute Giulia Grillo definì il pandoro “pesante e senz’anima, senza sostanza come il Pd”, in contrapposizione al panettone che invece sarebbe stato “saporito come il M5S”. Le reazioni non si fecero attendere, in particolare i rappresentanti della Regione Veneto che parlarono di “Offese ingiustificate, senza fondamento e intollerabili verso una delle istituzioni della città di Verona”.
La polemica fortunatamente si concluse in breve tempo.

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